Fallimenti

Nessuno ha mai percorso il sentiero della propria esistenza senza sporcarsi le scarpe di fango. Fuor di metafora, possiamo dire che non esiste un solo uomo che abbia avuto la possibilità di vivere senza incappare in insuccessi o fallimenti. Si tratta di una condizione naturale, che è bene imparare ad accettare il prima possibile, al fine di poter trarre il massimo guadagno da ogni circostanza. Sono sicuro che molti di voi si staranno chiedendo come sia possibile accettare serenamente i propri insuccessi. Se è vero che non posso fornirvi una ricetta per la serena accettazione del fallimento, è anche vero che potrei raccontarvi come ho cercato di rivalutare gli insuccessi che ho vissuto.
Per prima cosa, credo fermamente che l’insuccesso non sia un evento separato dagli altri ma. Credo, piuttosto, che consista di un insieme di fattori che, combinati tra loro, hanno determinato il fallimento. Se è vero che un ruolo fondamentale viene giocato dal destino, è anche vero che ci sono circostanze che dipendono da noi ma che non possiamo realizzare sul momento. Un buon esempio di ciò potrebbe essere la scelta delle persone che ci accompagnano in un progetto: molte volte mi è capitato di riporre la mia fiducia in collaboratori che che hanno agito in malafede o che si sono rivelati meno competenti di quanto previsto. Non mancano poi gli errori di valutazione delle circostanze, che possono degenerare in fallimenti, o l’eccessivo trasporto emotivo: in alcuni contesti, scegliere seguendo il cuore e non la mente significa determinare, implicitamente, un successo o un fallimento.
Ovviamente, scelte simili non possono essere prese a monte, ma vengono giudicate solo con il senno di poi: motivo per cui la scelta di un’opzione al posto di un’altra è sempre più difficile e un fallimento non può essere previsto ma solo accettato con pazienza.